Il cielo è mio padre, la terra è mia madre.
In mezzo si espande il mio corpo.
E attendiamo per tutta la vita la sua realizzazione. Può essere comunque che abbiamo questo sogno, ma che non vogliamo neanche che si avveri, perché siamo ancor` oggi convinti che il paradiso della vita eterna e sopratutto dell’amore eterno esiste solo nell’aldilà?
Crediamo che salute perfetta, felicità, amore, bellezza, giovinezza eterna, saggezza, armonia, pace ed altri concetti che significano per noi il cielo o il paradiso, siano possibili soltanto in un lontano giardino dell’Eden dal quale siamo stati cacciati. Per questo motivo siamo convinti che il paradiso non può esistere in modo duraturo entro la dualità, nel nostro mondo, sul nostro pianeta; magari solo in posti isolati come il Tibet – Shambala o Shangri-La – oppure in un lontano paradiso di isole tropicali nei mari caldi.
Riuscite ad immaginare…
…che la coscienza del paradiso, cioè della nostra origine, può essere vissuta nel nostro corpo terreno e non solo a Shangri-La oppure su un altro pianeta?
Comunque sia, nel profondo del nostro essere, sotto l’inteso desiderio di questa condizione paradisiaca dorme l’eterna conoscenza, la profonda verità di questa consapevolezza. È ciò che abbiamo avuto in eredità per tutti i tempi, il seme nascosto nella profondità della nostra anima e nel nucleo di ogni singola cellula del nostro corpo. La redenzione dal “peccato originale” attende qui in questo mondo e non chissà dove e chissà quando nell’aldilà. Il polso ritmico della nostra vita – cuore e respiro – bussa ininterrottamente, giorno e notte, alla porta della nostra sorda inconsapevolezza, finché non si fa riaprire la serratura arrugginita della porta, dietro la quale era nascosto il nostro “paradiso perduto”. Lì il fuoco del sapere e dell’amore continua ad ardere senza limiti di tempo, anche se i nostri corpi fisici nel corso dei millenni si trasformano in cenere. Come l’ ”Araba Fenice” che risorge dalle ceneri anche noi torniamo alla vita terrena in continuazione e alla fine possiamo sperimentare realmente – con il corpo e l’anima – la redenzione definitiva e cioè il ritorno al paradiso.
Portare il cielo in terra significa riscoprire e liberare l’eterna fiamma della vita e dell’amore all’interno del nostro corpo, il nucleo immortale nell’intimo del nostro cuore e allo stesso modo nel cuore di ogni singola cellula, e vivere e realizzare questa fiamma come potere creativo in questo mondo. Questo, fino ad oggi sembrava un sogno irrealizzabile. Eppure si conoscevano e si conoscono tuttora modi e metodi per attivare e conservare la nostra fiamma affinché non muoia. I metodi – esteriori ed interiori – per attivare e mantenere a tutti i livelli della vita il nostro fuoco e la nostra forza vitale oltre alla nostra forza di vivere sono esistiti in tutti i tempi e in tutte le culture. Nel frattempo queste conoscenze sono state confermate anche da ricerche scientifiche moderne. Forse da parte nostra manca tuttora il giusto atteggiamento, la disposizione e il coraggio di correggere il nostro modo di pensare e, di conseguenza, la coscienza necessaria al cambiamento totale.
“Il paese della giovinezza eterna e della salute lo trovi solamente nel tuo corpo”
Il nostro corpo è l’espressione visibile e tangibile della nostra intelligenza creativa e della saggezza della vita.
”...continuare”
Chi vuole modificare il suo corpo e la sua vita “deve prima modificare il suo stato di coscienza”
Il nostro modo di pensare, le nostre idee e le nostre sensazioni costituiscono la nostra realtà soggettiva. Hanno in noi la loro origine. Il modo di vedere e considerare noi stessi ci rende quelli che siamo. Se modifichiamo il modo di vedere le nostre situazioni, possiamo modificare realmente tutti i concetti di vita, invecchiamento e mortalità, e possiamo riconoscere finalmente la nostra longevità e riconquistare la nostra gioia di vivere. Sono i nostri concetti di vita che formano il nostro corpo fisico e che limitano, oppure rendono liberi i nostri cuori e il nostro spirito. Sono gli stessi concetti che determinano tutta la nostra vita ed influenzano in ugual misura tutto ciò che ci circonda – le nostre città, i nostri paesi e continenti fino ad arrivare agli avvenimenti naturali nel cosmo.
Desidero sostenervi – anche con i miei CD e DVD – nel vostro tentativo di riavvicinarvi al vostro “paradiso perduto”, anche se per ora ciò è possibile solo per pochi attimi che comunque alla fine saranno di nuovo l’ “attimo eterno”. Forse riuscirete a svelare persino il “mistero dietro il mistero” dei “Cinque Tibetani”, metodi di respiro tibetani e della condizione umana. Se inoltre possedete anche coraggio e spirito esplorativo, probabilmente scoprirete che siamo stati noi stessi ad abbandonarci e a cacciarci, e che la ferita originale della nostra condizione di uomo – l’essere abbandonati e il nostro dolore e la nostra paura a questo riguardo – non è altro che la separazione da noi stessi e dal nostro prossimo. Da questa ferita scaturisce la paura della vita e della morte che è il filo conduttore della nostra vita. Questa paura può essere risolta e guarita soltanto dentro, mediante e con il nostro corpo. Ma il nostro corpo in parte è scisso dalla nostra coscienza e separato dall’anima. Il nostro intelletto è separato dalla nostra emotività e dal nostro cuore. Il nostro cuore è separato dal nostro prossimo e spesso noi stessi siamo ancora lontani dal nostro cuore e separati da esso.
Il ritorno al paradiso è la riconciliazione col nucleo del nostro essere. La rinascita del nostro cuore, la sua libertà ed esuberanza – la gioia di vivere intensamente, la nostra origine insomma – tutto ciò non ci può essere regalato da nessun libro o famoso “guru” al mondo, neanche se la “buana novella” è data con un profluvio di belle parole. La disponibilità, l’apertura mentale e il tempo per sperimentare concretamente il fatto che noi abbiamo solo un corpo, ma che siamo dei corpi, dei corpi animati e che siamo l’Amore nel corpo.
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